Pediatri a genitori: attenzione al fumo di terza mano

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shutterstock_139644488Le possibili conseguenze causate dal fumo passivo sull’organismo dell’essere umano oggi sono ben chiare a tutti. Negli ultimi tempi i provvedimenti attuati per evitare il fumo passivo ci sono stati ma non sono ancora sufficienti. I fumatori “attivi” possono sfruttare i luoghi preposti e gli spazi all’aria aperta ma sempre nel rispetto di coloro che, del fumo passivo, ne farebbero volentieri a meno, come ad esempio i bambini, i primi da proteggere. Oggi, sappiamo anche che il fumo di “terza mano” può causare numerosi danni.

Il Ministero della Salute ha proposto il divieto di fumo in macchina e davanti ai reparti di pediatria “ma sono necessarie anche attività di educazione per i genitori” dichiara la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili – SIMRI. Molti, infatti, “non sanno che oltre al fumo attivo e passivo esiste quello di ‘terza mano’, ovvero quando i derivati della combustione si depositano sugli abiti e sulla tappezzeria e possono essere inalati dai bambini”. E proprio SIMRI, da ottobre, sarà impegnata nella campagna di sensibilizzazione rivolta alle giovani famiglie “Diamo un calcio al fumo“. Anche i pediatri, sottolinea il presidente SIMRI Renato Cutrera, possono giocare un ruolo importante nella battaglia contro il tabagismo, poiché “le giovani coppie con un bambino s’interfacciano più spesso col pediatra che con il proprio medico di base”.

I pediatri possono spiegare ai genitori che il loro comportamento e le loro abitudini incidono a 360 gradi sullo stile di vita dei propri figli sin da piccoli. “I figli di fumatori – continua Cutrera – hanno un rischio doppio di diventare fumatori a loro volta. Inoltre il 25% dei bambini italiani in età prescolare soffre di bronchite asmatica o respiro sibilante, in età scolare il 10% soffre di asma. Pertanto in sette casi su dieci i sintomi possono regredire, ma anche in quelli che ‘guariscono’, se diventeranno fumatori a loro volta, il rischio di sviluppare bronco pneumopatie in età adulta è molto elevato”. La campagna “Diamo un calcio al fumo”, che vuole esprimere attraverso il linguaggio del calcio l’importanza della prevenzione, avra’ come testimonial l’allenatore Massimiliano Allegri e coinvolgera’ anche gli istituti scolastici.

E’ un ulteriore passo verso la cultura del benessere ed un vero e proprio calcio per portare a segno la buona educazione alla salute a cominciare dai più piccoli. Diamo un calcio al fumo: è in gioco la salute dei bambini!

Silvia Brugnara

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